C'erano una volta due ragazzine dal volto cattivo. Chiunque le incontrasse ne commentava l'atteggiamento diabolico e chi parlava con loro sapeva che non erano affatto buone.
Non avevano soltanto un volto cattivo: erano perfide, impertinenti, sfrontate e odiose, profondamente avverse a qualsiasi tipo di lavoro utile e conosciute per gli scherzi più malvagi fatti ai cittadini rispettosi delle regole. Si pensava che queste fanciulle fossero così sgradevoli perché abbandonate da piccole nei vicoli della città, senza genitori che potessero insegnare loro a distinguere il bene dal male.
Tuttavia, nonostante le sfortunate circostanze riguardanti la loro infanzia, solo le anime più pie potevano provare compassione per bambine dalle maniere così cattive.
Erano quelli i tempi.
Un giorno, le due ragazzine dal volto cattivo prepararono un mix di scherzi malvagi, che, con un sussurro, chiamavano tra loro “gioie”.
Cosparsero di polvere di vesnidi le merci del pescivendolo, e tutti coloro che ne mangiarono diventarono ciechi per un giorno. Torturarono un cucciolo di viverna e lo liberarono alla Satomi, dove morse e bruciò il mastro codificatore nel suo studio. Rubarono manciate di cuscinetti in acciaio dalla fucina degli strali per poi disseminarli tra le bancarelle del mercato, ferendo in questo modo commercianti e clienti. Rapirono anche il fedele mastino del Capitano delle Sentinelle portandolo nelle brughiere limitrofe, dove venne calpestato da un korox selvatico quasi fino alla morte.
Le due giovani dal volto cattivo si divertivano a mettere in atto le loro “gioie”.
“Siamo le ragazze più intelligenti della città! Concordi?” disse una delle due.
L’altra rispose: “Non solo le più intelligenti, ma anche le più belle!”
E a quel punto, scoppiarono in una risata così terribile, quasi bestiale, e sconvolgente che una vasaia lì accanto rovesciò lo smalto e dovette procurarsene dell'altro dal venditore.
Quel giorno, a differenza di molti altri, il Capitano delle Sentinelle colse sul fatto le due giovani dal volto cattivo e le arrestò per punirle. Con il minaccioso mastino ricoperto di bende di guardia e le criminali legate nei ceppi, la Sentinella ascoltò le vittime delle ragazzine e ciò che avevano da dichiarare.
"Gettatele nella cella più profonda!" gridò il pescivendolo, strofinandosi ancora gli occhi.
"Marchiatele con il sigillo del Malfattore irascibile!" strillò il gestore del mercato, zoppicando con una stampella.
"Trenta frustate per queste luride ragazzine!" urlò il mastro codificatore, indicando i segni dei morsi sulla fronte.
"Vuole avere l'onore di farlo lei stesso?" esclamò una delle giovani, che abbassò i pantaloni mostrando a tutti i riuniti il pallido fondoschiena.
La folla scattò in avanti, con un odio tanto rovente quanto l'olio delle lampade. "Per l'amor del cielo, Capitano", gridarono. "Guardi il suo cane!"
Ma il Capitano si limitò a incrociare le braccia. Con tutti i loro pregi e difetti, il Capitano aveva un debole per le due ragazzine dispettose. Quindi, condannò le giovani dal volto cattivo a due settimane di lavoro nel deposito degli Specialisti della città, niente di meno di quanto previsto dalla legge.
"So chi siete davvero", disse alle giovani lasciandole in custodia al padrone del deposito.
"Da qualche parte, dentro ai vostri corpicini malefici, avverto un barlume. La scintilla dell'inventiva. E a noi serve questo." Si inginocchiò per guardarle in volto. "Promettetemi di considerare questo barlume, in modo che anche gli altri possano vedere chi siete veramente."
"Promesso", mentirono.
Il padrone quella notte le lasciò a spazzare le profondità del deposito, ma i loro istinti più vili tornarono immediatamente a scatenarsi. Ficcarono il naso nei rottami non smistati. Giocarono a travestirsi con un vecchio strale. Si misero a fare le giocoliere con i bossoli dei mortai usati e a ballare sulle mine disinnescate. Mischiarono le pergamene confiscate e scrissero a matita rebus ripugnanti sui tomi non tradotti. Gettarono manciate di cenere di quintessenza spenta in aria e si meravigliarono quando le luci elettriche cominciarono a proiettare poligoni frattali nelle nubi argentate.
E poi scoprirono la scatola.
Era una scatola anonima, certamente sfuggita ai codificatori con poca esperienza che valutavano i rottami degli Specialisti. Aveva dodici lati di metallo grigio piatto, freddo e liscio, con un piccolo foro su una delle estremità. Una volta presa in mano, non accadde nulla.
In un primo momento.
Ora, tutti i bambini buoni sanno che oggetti del genere non devono mai essere toccati da nessuno all'infuori di Arcanisti, Specialisti o altri esperti. Altrimenti, si invitano pericoli sconosciuti dentro le mura della città. E per scoraggiare tali inviti, le Sentinelle arrivavano ad applicare la più rigorose delle punizioni: tagliare tre dita della mano sinistra.
Erano quelli i tempi.
Ma le ragazzine dal volto cattivo non avevano nessun rispetto delle regole, non avendo avuto genitori che potessero insegnare loro a distinguere il bene dal male. Quindi usarono le loro menti curiose e creative per scoprire la funzione della scatola.
Molto presto, si accorsero che le lamine potevano scorrere lungo piani invisibili. A ogni scorrimento, la scatola cambiava forma nei modi più indescrivibili. I dodici lati divennero sedici, quindi ventitré, e poi diciotto. E a ogni cambiamento, un fascio incandescente fuoriusciva dal piccolo foro. Splendeva come il fuoco e scintillava come il ghiaccio.
La strana luce modificava qualsiasi cosa toccasse. Trasformò una cassa vuota in un pezzo di scala di pietra. Convertì un ripiano di munizioni in un letto di piume. Mutò una sezione di parete del deposito in un geyser di liquido viola pieno di calamari sorpresi. Alcuni oggetti passarono a essere cose difficilmente descrivibili: da mix di materiali normali e bizzarri a forme difficili anche solo da guardare.
Presto, il deposito diventò qualcosa di inimmaginabile. Ma alle due ragazzine dal volto cattivo interessava poco. Scoppiarono in una risata terribile, quasi bestiale, vedendo le strane forme che avevano creato.
Poi, però, quando rivolsero il fascio su di un giovane ghermiglio che avevano trovato intrappolato nel contenitore di un vettore trasformandolo in una latrina di ottone... beh, fu in quel momento che se ne uscirono con un'idea davvero pessima.
"Ci odiano tutti", sussurrò una delle due.
"Neanche a me stanno molto simpatici", disse ridacchiando l'altra.
"Provano piacere a dirci cosa fare e cosa non fare."
"Il loro comportamento è da prepotenti. E fare i prepotenti non fa bene alla digestione."
"Sono fortunati. Abbiamo tra le mani la medicina che fa al caso loro."
Accennarono un cupo sorriso, quindi sparirono nel quartiere residenziale portandosi dietro la scatola. Prima, andarono a trovare il pescivendolo che dormiva e trasformarono i suoi occhi in funghi luminosi. Fecero visita al mastro codificatore e convertirono le lenzuola del suo letto in un mucchio di legna ardente. Andarono al mercato e fecero diventare l'intero isolato un turbine fervente di acqua di mare vorticosa, con tutte le bancarelle e le merci inghiottite da un vuoto nero senza fondo.
E quando raggiunsero la casa del Capitano delle Sentinelle, le due ragazze trasformarono il cane in una creatura metà tartaruga e metà sauriano. Non superò la notte.
Quindi le ragazzine si appollaiarono con il loro pallido fondoschiena sul parapetto più alto e scoppiarono in una risata terribile, quasi bestiale, per ciò che avevano provocato: il pianto terrorizzato della moglie del pescivendolo, l'inferno di fiamme nella casa del mastro codificatore e la burrasca crescente al mercato centrale.
Tuttavia, a un certo punto, le due giovani dal volto cattivo smisero di ridere selvaggiamente e si misero a guardare incredule.
"Pensi che li abbiamo tormentati a sufficienza?" si arrischiò a dire una delle due.
"Possiamo sempre tenerci qualcosa per domani", disse l'altra ridendo flebilmente.
"Penso che dovremmo. Sì."
Rivolsero la scatola in direzione della città e fecero in modo di riportarla alla forma originale, annullando tutto ciò che avevano causato.
Ma nel tentativo di controllare la situazione, la scatola cominciò a fare i capricci. Girando e rigirando, la città cominciò a trasformarsi in modi terribili. Dapprima, il quartiere residenziale si sollevò e si ripiegò interamente nella casa della gilda degli Specialisti. Poi la torre delle Sentinelle si attorcigliò su se stessa come la treccia nei capelli della maestra della scuola. La tempesta al mercato divenne un uragano di metallo tagliente, che lacerò le case emettendo un suono acuto. In lontananza, le grida degli abitanti giunsero alle ragazzine.
Il terrore nei loro cuori crebbe, girarono e rigirarono, ruotarono e premettero, riordinarono e riposizionarono. Così facendo, il mondo cominciò a dispiegarsi. L'intero altopiano su cui la città poggiava venne strappato via e gettato nello spazio. Le montagne si schiantarono verso l'alto contro il cielo. Il sole si trasformò in una linea sottile avvolgendosi attorno all'orizzonte.
Le ragazze si aggrapparono alla scatola una volta circondate da quel caos, l'unica casa che avevano mai conosciuto, e vennero sollevate in aria. Per un attimo, ci fu solo un grande pandemonio. Riuscivano a sentire soltanto le loro urla.
Poi precipitarono sul pavimento del deposito.
E, guardandosi attorno, si accorsero che niente era cambiato. Tutto era come prima. La scatola fluttuò verso il basso tra di loro, nefasta e fumante, rotolando da una parte appena toccò terra.
Con le lacrime che le rigavano il volto, una delle ragazzine si rivolse all'altra dicendo: "Forse... Forse è meglio non toccare gli oggetti strani, come dicono gli adulti".
"Sì", mormorò l'altra. "Come dicono continuamente."
In quel momento, il barlume di cui parlava il Capitano divampò luminoso, e si meravigliarono.
Poi la porta del deposito si aprì con forza ed entrò il Capitano delle Sentinelle con tre delle sue guardie più grosse.
Quando vide le ragazzine nel punto in cui erano cadute, con la scatola in mezzo, incrociò le braccia. Sembrava piuttosto adirata.
Quindi, con il minaccioso mastino bendato di guardia, rinchiuse le ragazzine nei ceppi tenendole in bella vista. Dopo che furono registrati tutti i danni e gli orrori subiti, i cittadini insistettero affinché alle ragazzine dal volto cattivo venissero tagliate tre dita ciascuna, niente di meno di quanto previsto dalla legge.
Ma il Capitano delle Sentinelle corrucciò il volto e disse con voce severa: "Vi ho delusi. Ho lasciato che il debole che ho per queste ragazzine agisse in loro difesa. Tutti noi dobbiamo fare ciò che serve, o più, per proteggere le nostre vite. Questo è l'intento della legge." Quindi, rivolse lo strano oggetto verso le bambine e mutò i loro piccoli volti cattivi in qualcosa di orribile.
Protuberanze angolose emersero dalla faccia di una delle due ragazzine. Tra di esse crebbero ciocche di peli neri ispidi in riccioli contorti. Gli occhi le diventarono bianco-blu e la pelle fece la muta, per poi ricomparire giallastra e brufolosa. L'altra era peggio: la bocca e un occhio si invertirono, spuntarono ciocche di peli tortuosi dalle guance, e la voce ricordava un cucchiaio raschiato contro del metallo arrugginito.
Le bambine emisero un patetico urlo e il Capitano delle Sentinelle si voltò, presentando la strana scatola alla folla ammutolita.
"Vietato. Toccare. Oggetti strani."
La gente rispose annuendo.
Da quel momento, fu difficile per tutti guardare le due ragazzine dal volto cattivo. Venivano temute e schivate da tutti coloro che le incontravano, e vissero in solitudine fino alla morte.
Un ringraziamento speciale a Mary Kirby, Cathleen Rootsaert e Jay Watamaniuk.