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LA LUCE DELLA SPERANZA

Un racconto breve di STAR WARS™: Squadrons scritto da Joanna Berry.

Quando voli nello spazio a gran velocità, sfrecciando tra migliaia di stelle scintillanti, il tuo mondo è così semplice e pieno di vita.

La vibrazione dei motori ti attraversa il corpo dalla punta dei piedi a quella delle mani, fisse sulla leva dell'acceleratore. Devi ascoltarla, proprio come un bravo musicista ascolta le corde del suo violino. Se sbagli di un millimetro rischi di fermarti. Un vero disastro, sia per te che per la tua squadriglia. Ma l'Ala-A è un caccia stellare temerario che dà il meglio nelle situazioni più estreme. Niente può fermarlo. Lo sai, potresti metterci la mano sul fuoco...

"Finiscila, Keo. Le tue acrobazie non faranno colpo su nessuno."

Keo Venzee aprì gli occhi e guardò alla sua destra, sorridendo al bombardiere Ala-Y con i dettagli blu e verdi. La fusoliera tremava visibilmente mentre cercava di stare al passo.

Dal tettuccio dell'Ala-Y, Frisk, compagno di squadra di Keo, fece un cenno con la mano. Aveva tre dita, ricoperte di scaglie. La sua voce profonda crepitò alla radio. "Ehi, fenomeno. Lo sappiamo che sai pilotare quell'affare a occhi chiusi. Non hai nulla da dimostrare."

Keo fece spallucce. "Beh, immagino che anche tu sappia bene cosa vuol dire volare a occhi chiusi... Gli Ala-Y fanno venire sonno!"

"Ah!"

I due sfrecciarono verso le stelle. Più avanti, Keo riuscì a scorgere un tenue velo dorato. Erano le tracce della Nebulosa Ringali, che si snoda attraverso il Settore Bormea. Dietro di loro vi era una piccola flotta di corvette della Nuova Repubblica, una fregata Nebulon-B e l'MC-75 Temperance, con al seguito un gruppo di caccia stellari della Squadriglia Vanguard. La loro squadriglia.

Keo rallentò. Era una creatura di Mirial dalla pelle giallo-verdognola, sui venticinque anni, e sembrava troppo giovane per avere grande esperienza come pilota. Alcuni rivali nelle corse e, successivamente, i piloti imperiali avevano fatto l'errore di sottovalutare la sua bravura, a caro prezzo. "È bello poter sgranchire un po' le ali. Anche solo per una missione di pattugliamento di routine."

Frisk sorrise dal suo Ala-Y. Il sorriso dei Trandoshani non passa di certo inosservato. Il muso chiaro gli usciva dal casco malconcio, mettendo in risalto i denti affilati. "Lasciamelo dire. Tre settimane bloccati nella flotta? Tutta colpa di quel dannato protocollo della Nuova Repubblica, fidati. Quando eravamo ribelli, non avevamo tutto questo tempo da perdere."

Keo reclinò il sedile. "A meno che non ci fosse un buon motivo."

"Beh, non per spettegolare...", sbuffò Keo, coprendo con la mano il comlink, "... ma alla partita di sabacc di ieri sera si diceva che è pronta una nuova operazione segreta. Qualcosa di grosso."

"Ma non vi hanno vietato di giocare a sabacc nella sala degli ufficiali?"

"Chi ha parlato della sala degli ufficiali? Bisogna tenersi allenati."

"Ah, a proposito", disse Keo. "Sono indietro con l'addestramento. Non posso fare pratica con manovre come questa quando sono nella flotta."

Ascolti il suono del motore per capire quanto in là puoi spingerti e... via!

L'Ala-A si separò dal resto della flotta, inclinandosi su un lato per poi tornare indietro e sfiorare il tettuccio dell'Ala-Y di Frisk. Poi riprese quota e accelerò così velocemente che il lato anteriore dell'Ala-Y quasi venne fuso dal calore dei motori.

Keo ridacchiò, riportando l'Ala-A in formazione. "È stata quella manovra a farmi vincere il Gran premio di Socorro Sunset."

Frisk sbuffò. "Beh, sì. Sono tutti bravi a manovrare gli Ala-A. Con i bombardieri, però, le cose cambiano." Keo sentì Frisk scrocchiarsi le dita. "Vuoi vedere un vero colpo da maestro? Guarda qui."

"Qui è Ardo Barodai." Una voce, un po' ruvida ma non burbera, richiamò la loro attenzione. "Quando finite di fare i pagliacci, tornate alla Temperance. Ho una nuova missione per voi."

Keo e Frisk si guardarono sorpresi.

"Al capo non si può dire di no", disse Keo.

I due si avviarono verso la flotta. Frisk era visibilmente infastidito. "Sarebbe stata una manovra sensazionale."

"Sì, una manovra grandiosa..." disse Keo azionando il turbo. "Per un Ala-Y."

#

"È un lavoro facile", disse Ardo nella sala briefing della Temperance. "Ma sarete da soli. E dovete agire con discrezione."

"Lei mi conosce, signore", disse Frisk con orgoglio. "Nessuno è più discreto di me. Se si tratta della nuova operazione segreta, non dirò una parola."

Keo gli diede un colpetto col gomito. "Sì, è un ottimo inizio..."

Ardo Barodai, capo dell'intelligence della Squadriglia Vanguard, li osservò a lungo. Era un Mon Calamari robusto, un po' strabico e con indosso un'uniforme spiegazzata. Riusciva a sgualcire qualsiasi cosa indossasse. Le reclute della Vanguard lo prendevano spesso in giro per questo motivo. Per i veterani come Frisk e Keo, Ardo era semplicemente "signore". Lo avevano visto guardare di sfuggita uno schermo, dare un paio di ordini e rompere la formazione di una flotta imperiale con una facilità disarmante.

"Non so quali voci girino in questo momento", disse Ardo, "ma sta per arrivare un nuovo comandante per la Vanguard e io ho un milione di cose da fare. Perciò devo delegare."

"E perché ha scelto proprio noi?" chiese Keo. "Non facciamo parte delle forze speciali, e nemmeno dell'intelligence."

"Perché gli ex piloti e... beh, quelli come Frisk sono perfetti per questa missione." Ardo attivò il tavolo olografico, per poi aprire una mappa stellare e zoomare su tre fatiscenti stazioni spaziali che orbitavano attorno a un enorme gigante gassoso.

"Questa è la Triade di Navlaas", disse Ardo, mettendosi le mani sui fianchi. "Un tempo queste tre stazioni ospitavano delle operazioni automatizzate per l'estrazione, la lavorazione e la raffinazione del gas clouzon", continuò, indicando le stazioni una alla volta. "Le navi droide andavano da una stazione all'altra, assicurandosi che tutto filasse liscio. Questo accadeva prima della guerra, chiaramente. La compagnia mineraria non ha retto alla pressione imperiale. Ora questi posti vengono usati come stazioni di rifornimento da contrabbandieri e organizzazioni per le gare clandestine... Praticamente chiunque cerchi di agire senza dare nell'occhio nei territori dell'Orlo interno."

"Ehi, perché mi ha guardato quando parlava dei contrabbandieri?" esclamò Frisk.

"Perché parli sempre della malavita della galassia", disse Ardo.

"Sì, ma io non ero un contrabbandiere. Vendere pezzi da collezione è un'attività del tutto lecita."

"Hanno messo una taglia sulla tua testa", rispose Keo.

Frisk ridacchiò. "Venderli è un'attività lecita. Non è colpa mia se il Governatore imperiale non ha controllato che fossero originali."

"Ehm." Ardo ingrandì l'immagine, zoomando su una delle stazioni. "Un'agente della Nuova Repubblica era di stanza in un sistema vicino, ma gli Imperiali si sono avvicinati un po' troppo. A giudicare dal suo ultimo rapporto, stava trasportando le informazioni a uno dei miei contatti alla stazione di Daralto, proprio qui. Ho bisogno che voi andiate a recuperarle. In modo discreto."

Keo aggrottò le sopracciglia. "Ha menzionato gli Imperiali..."

"Ci è stata segnalata la presenza di pattuglie imperiali nelle vicinanze. Qualcosa non quadra, ma non attaccateli. Passategli sotto il naso e andate subito via."

"Meno TIE ci sono in giro, meglio è per noi", rispose Frisk.

Ardo corrucciò il volto. "Non questa volta. Se l'intelligence imperiale rileva la presenza dei nostri laggiù, l'intera operazione rischia di andare in fumo." Li guardò entrambi. "Dico davvero. È necessario che vi atteniate alla procedura."

Frisk sospirò. "Tutto chiaro. Dico bene, fenomeno?"

Keo non stava ascoltando. Stava ancora fissando l'ologramma blu sul tavolo della sala briefing.

A volte, esperienza e intuito lavorano insieme nell'ombra, mettendoti davanti a una conclusione che emerge all'improvviso senza che tu l'abbia mai cercata. E non puoi ignorarla. E a quel punto sai

"Qualcosa non va, Keo?" chiese Ardo.

Keo tornò in sé. "No, signore. Possiamo farcela."

A volte sai che stai per cacciarti in un mare di guai. Lo sai e basta.

* * *

Navlaas era un gigante gassoso blu circondato da nuvole di gas clouzon verde elettrico. La superficie delle sue otto lune era disseminata di crateri, formatisi dopo l'impatto con gli asteroidi.

E altre cose. Mentre i due caccia stellari sfrecciavano verso la loro destinazione, Keo notò un cumulo di rottami argentati su una di quelle lune. "Credo che questa fosse una boa", disse. "Probabilmente usata nelle operazioni di estrazione. Strano, di solito queste cose resistono a tutto..."

"Un momento", disse Frisk. "La scansione ha rilevato qualcosa."

Keo diede un'occhiata al radar. "Li vedo. Spegniamo tutto."

Entrambi spensero i motori, lasciandosi trasportare tra i resti polverizzati della boa. Keo si abbassò per nascondersi.

Ad un certo punto videro delle ombre. Era la distintiva sagoma dei TIE, le navi che ogni pilota della Nuova Repubblica sa di dover eliminare a ogni costo. Keo ne contò quattro in totale: un intercettore e tre caccia standard, in formazione a diamante.

"Guarda quegli Imperiali", sussurrò Frisk, comunicando attraverso un canale sicuro. "Se ne vanno ancora a zonzo come se a Endor non fosse successo nulla. Se morissero, non mancherebbero a ness..."

L'intercettore TIE iniziò a sparare colpi laser. Keo fece uno scatto repentino per raggiungere il grilletto. "Ci hanno visti!"

"Nah. Stanno solo facendo pratica di tiro con i rottami. Dobbiamo solo stare fermi." Frisk sembrava quasi divertito. "Ricorda: se un Imperiale ti attacca, non ha speranze di colpir..."

Il TIE aprì di nuovo il fuoco, stavolta mancando l'Ala-Y di Frisk per un pelo. Frisk sentì un nodo alla gola. "Ehm, immagino abbiano avuto tempo per fare pratica."

Dopo un istante lungo un'eternità, il fuoco dei laser si fermò e le ombre si allontanarono. Keo diede un'altra occhiata al radar, mentre la tensione diminuiva pian piano. "Bene. Via libera."

E fu così che riaccesero i motori. "Credo che quegli Imperiali si servano della Triade di Navlaas per fare rifornimento", disse Keo. "Chissà, magari sono queste le informazioni a cui stanno lavorando Ardo e l'intelligence della Nuova Repubblica."

"Chissà." L'Ala-Y di Frisk volava a fianco al suo. Era appena stato riverniciato, proprio come l'Ala-A di Keo, per rimuovere qualsiasi traccia dei colori della Vanguard e di qualsiasi altra cosa fosse riconducibile alla Nuova Repubblica. "Sai che una volta era un po' più imprevedibile?"

"Chi, Ardo?"

"Sì. Prima di Endor non avrebbe mai permesso agli Imperiali di andarsene in giro in quel modo. Ci avrebbe incaricato di raccogliere le informazioni e sparare a qualche TIE solo per il gusto di dargli una lezione." Frisk sbuffò. "E ora invece li salutiamo mentre ci passano a fianco. O aspettiamo che la Nuova Repubblica finisca di districarsi tra la burocrazia per darci l'ordine di attaccare."

"I tempi sono cambiati, Frisk." Keo alzò le spalle. "Stiamo lottando per rendere la galassia un posto più sicuro, e a volte queste cose sono necessarie. Su Mirial c'è un detto: Rivivere la tua vecchia vita ancora e ancora è facile, ma iniziare una nuova vita è la cosa migliore."

"Eh." La risata di Frisk lasciava trasparire una certa tristezza. "Meglio di quello che dicono su Trandosha ai chiacchieroni..."

"E cosa dicono?"

"Te lo dirò quando sarai più grande."

I caccia sfrecciavano attorno alla luna. La sua sabbia, chiara come i gelidi deserti di Mirial, riportava Keo con la mente verso casa. Ed eccola lì, poco distante, la stazione di Daralto. Quattro torri sorgevano su una piattaforma centrale, mentre delle vecchie navi droide ormai logore si muovevano in fila lentamente attraverso il centro di lavorazione, senza nulla da trasportare.

"Nessuno ha ancora capito come disattivare quelle navi?" chiese Keo.

"O magari le stanno usando per qualcosa di losco", rispose Frisk. "A proposito, appena entriamo lì lascia che sia io a parlare."

"Posso cavarmela."

"In cielo, sì. Ma qui immagino che la gente sarebbe più carina con un tizio grosso e pieno di squame come me. Non credi?"

"OK, ma fa' attenzione", rispose Keo mentre si avvicinavano all'hangar. "Se gli Imperiali sono nei paraggi, le cose potrebbero complicarsi."

#

"Vediamo i vostri documenti."

Frisk lanciò un'occhiata a Keo e sottovoce ripeté: "Potrebbero complicarsi".

Keo annuì, in modo impercettibile. La responsabile del porto era una Chagrian muscolosa che sembrava piegasse tralicci a colazione, per poi mangiarseli a pranzo. Proprio il tipo di ufficiale che ci si aspetterebbe di trovare da queste parti. Ma dietro di lei c'era un ufficiale imperiale, un umano dallo sguardo torvo. Aveva più o meno la stessa età di Keo, i capelli biondi e un'uniforme logora.

I guanti dell'ufficiale attirarono l'attenzione di Keo. C'erano delle imperfezioni: delle toppe tra il pollice e l'indice. E sulle maniche sembravano esserci delle cinghie cucite a mano che tenevano il tessuto stretto sui polsi. Non era una comune uniforme imperiale. Era quasi...

"Questo va bene come documento?" Frisk le passò un datapad con le loro identità fittizie e, come Keo aveva poi notato, anche una generosa quantità di crediti accuratamente nascosta.

La responsabile del porto prese il datapad e diede un'occhiata. I crediti sparirono, come per magia.

"Quelli sono dell'Alleanza Ribelle", disse l'ufficiale imperiale con tono glaciale indicando i loro caccia. "So riconoscere un motore non standard modificato quando ne vedo uno."

"Non più", rispose Frisk con tono allegro. "Eravamo stati ingaggiati dall'Alleanza come mercenari, ma non ci hanno mai pagato. Quindi abbiamo sequestrato i loro caccia per coprire le spese. Non ci hanno ancora presi."

"Quindi ammetti di aver combattuto con i ribelli?"

"Siamo disertori", disse Keo con tono acuto. "Avevamo di meglio da fare che restare intrappolati a Endor."

L'ufficiale imperiale incrociò le braccia, ma rimase in silenzio quando la responsabile lanciò il datapad a Frisk per restituirglielo. "Tutto a posto. Qui nell'hangar avrete spazio a sufficienza per fare rifornimento, ma non perdete tempo. Relkin..."

"Tenente Relkin", puntualizzò l'Imperiale.

La responsabile alzò gli occhi al cielo. "Il Tenente ha una guarnigione qui. Tutti gli arrivi e le partenze sono monitorati. Perciò niente scherzi."

Monitorati? Keo avanzò.

"Proprio così", rispose Frisk.

"Un momento." Il Tenente Relkin bloccò il passaggio a Frisk con il braccio. Fissava sia lui che Keo con le sopracciglia aggrottate. "Io e te ci conosciamo, vero?"

Frisk rise nervosamente. "Ah! La mia non è una faccia che si scorda facilmente. Se ci fossimo già incontrati, lo sapresti."

Relkin li guardò per un interminabile secondo, poi con fare brusco si spostò per lasciarli passare. "Andate. Vi voglio fuori di qui."

Fuori dal corridoio d'ingresso Keo smise finalmente di trattenere il respiro. "C'è mancato poco..."

"Sì." Frisk si grattò una guancia. "Forse Relkin lavorava per Derantus, quel Governatore imperiale. Ma non credo porti ancora rancore per quei... pezzi da collezione, vero?"

"Frisk..."

"Voglio dire, che importa se Derantus ha fatto la figura del cretino davanti all'Ammiraglio Thrawn..."

"È una cosa seria!" sussurrò Keo. "Una guarnigione imperiale in un sistema di importanza strategica? Non sono qui per fare rifornimento." Frisk diede una rapida occhiata dietro di sé. Keo gli diede un colpetto. "Sarà meglio non dare nell'occhio. Dov'è che dobbiamo incontrarci con il contatto di Ardo?"

"Alla taverna." Frisk si controllò le tasche mentre camminavano. "Stavolta offri tu. Per corrompere la responsabile del porto ho dovuto sganciare un bel po'..."

La taverna della stazione era stata costruita attorno a un filtro del gas clouzon ormai smantellato che si estendeva dal pavimento al soffitto. Il suo interno era illuminato da una tetra luce verde intermittente. I clienti se ne stavano seduti negli angoli. Keo immaginò che fossero tutti contrabbandieri: bevevano con... l'allegria di chi ha appena scoperto che gli Imperiali potrebbero ispezionargli le navi.

Frisk si avvicinò al bancone che circondava il filtro centrale. Il barista, uno Zabrak snello dagli occhi azzurri intento a osservare i risultati delle partite di shockball, gli lanciò un'occhiata. "Beh?"

"Per me una Polaris", disse Keo.

Lo Zabrak iniziò a versargliela. "E per te?"

Frisk si piegò verso di lui. "Un Ringali Sunset."

Lo Zabrak alzò un sopracciglio, si guardò intorno e poi alzò le spalle. "Spiacente. Non vedo il brandy di Chandrila da mesi."

"Dov'è che l'hai provato per la prima volta?" Proprio come quella del barista, anche la risposta di Frisk era un po' preparata.

"Sissubo. Ma non ne ho più avuto l'occasione, dalla guerra..."

Keo si spostò, un po' per coprire Frisk e un po' per tenere d'occhio l'ambiente circostante. Nessuno sembrava curarsi della loro presenza, ma sentiva che c'erano guai in vista.

Sorseggiarono ognuno il proprio drink per calmare i nervi. La Polaris era fredda e sorprendentemente buona. Il primo sorso ricordò a Keo quella sudicia stazione secondaria che aveva visitato subito dopo aver lasciato Mirial. Lì aveva ordinato una Polaris solo perché la persona a fianco ne aveva presa una e non voleva sentirsi fuori luogo.

La vita su Mirial non era male. Ma ogni volta che Keo alzava gli occhi al cielo, avvertiva un senso di incompletezza. Era come se sentisse la mancanza di posti mai visti prima, e questa sensazione si acuiva ogni giorno di più. Doveva scoprire cosa ci fosse là fuori. Quella stazione secondaria era il posto più multiculturale che avesse mai visto. Per Keo era stata una sorta di iniziazione: poteva osservare gente proveniente da ogni angolo della galassia, mentre sorseggiava il suo drink come i viaggiatori più vissuti e guardava per la prima volta le corse galattiche sullo schermo del bar.

"Ehi." Frisk si avvicinò con un drink che puzzava di carburante. "Va tutto bene?"

Keo mandò giù l'ultimo sorso della sua Polaris. "Stavo solo pensando. Hai trovato quello che cercavi?"

"Più o meno." Frisk si spostò in un angolo più tranquillo insieme a Keo. "Quando ha visto che qui c'erano anche gli Imperiali, quell'agente della Nuova Repubblica ha capito che non poteva rischiare. Ha scaricato il droide astromeccanico su Laanen. Ecco, è una delle lune di Navlaas."

Tirò fuori l'oloproiettore e mostrò a Keo lo schizzo di un glaciale paesaggio desolato. La posizione del droide astromeccanico era indicata da un puntino rosso in fondo a un canyon. "Il rampino magnetico è ancora attivo, quindi dobbiamo solo volarci sopra e si attaccherà al nostro scafo come per magia. Il posto, però, è un po' difficile da raggiungere. Richiede massima precisione."

Keo stava studiando il vettore di avvicinamento, cercando di capire come fare. "Il mio Ala-A può riuscirci."

"Mi fa piacere. Mettiamoci all'opera."

E così si avviarono verso l'uscita della taverna. "Ma gli Imperiali controllano tutte le partenze", disse Keo. "Dovremo trovare un modo per raggiungere la luna senza farci scoprire."

"Sì." Frisk lasciò la sua tazza su un tavolo uscendo. "Non voglio brutte..."

La porta della taverna si aprì, e i due si trovarono davanti il Tenente Relkin e a due assaltatori imperiali che indossavano corazze sudicie.

"... sorprese", balbettò Frisk.

"Eccoti qui", disse Relkin con sguardo truce. "Sapevo di averti già visto da qualche parte."

Keo e Frisk iniziarono a temere il peggio. Frisk mise le mani in alto. "E va bene, mi hai scoperto. Quel che è giusto è giusto. Il Governatore riavrà i suoi crediti. Farò tutto quello che volete, ma lasciate fuori l..."

"Ma di che parla questo idiota?" tuonò Relkin. Si girò verso Keo, che intanto aveva messo le mani in alto. "Tu. Avrei dovuto ricordarmi la tua faccia non appena l'ho vista."

Keo sbatté le palpebre.

"Il Gran premio di Socorro Sunset", disse Relkin. "Quella manovra che hai tirato fuori all'ultimo minuto. Quella sporca, disonesta manovra mi ha fatto sbandare, costandomi la vittoria che meritavo."

Keo sbatté le palpebre ancora una volta.

"Verde scuro, giusto?" chiese Relkin, esasperato. "Striscia gialla sul dorso?"

"Oh!" esclamò Keo, gesticolando in modo evidente man mano che iniziava a ricordare. "Ma certo! Le tue maniche!" disse Keo girandosi verso Frisk. "A volte i piloti delle corse professionistiche si stringono le maniche in quel modo per..."

Relkin puntò il dito verso Keo, che mise di nuovo le mani in alto. "Avrei finalmente avuto la possibilità di entrare nel Corpo dei Caccia Stellari. E invece sono finito a rimettere a nuovo vecchi caccia", sussurrò. "Avrei potuto difendere l'Impero quando aveva bisogno di me, invece di stare a marcire nell'unità di logistica mentre la Morte Nera ardeva tra le fiamme!"

"Beh, tutte le guerre dipendono dalla logist..."

"E ora ti unisci anche ai mercenari insieme al tuo amico lucertola", continuò sogghignando. "Sai cosa vuol dire?"

"Che siamo innocui e possiamo andarcene ognuno per la sua strada?" provò a rispondere Frisk.

"No", disse Relkin, estraendo il blaster. "Vuol dire che nessuno sentirà la vostra mancanza."

Con uno scatto repentino Frisk diede una spallata a Relkin, scaraventandolo contro il muro di fronte alla porta. L'ufficiale imperiale aprì il fuoco di riflesso e il colpo rimbalzò sullo stipite della porta, mentre il blaster cadde sul ponte facendo un gran rumore. Mentre gli assaltatori stavano per aprire il fuoco con i loro blaster, Keo corse giù per il corridoio. "Da questa parte!"

Relkin stava facendo fatica a rialzarsi. "Prendete quei due. Chiunque gli dia ciò che si meritano riceverà una promozione."

Frisk raggiunse Keo e insieme si nascosero dietro a un angolo. I colpi dei blaster volavano all'impazzata. "Dobbiamo raggiungere l'hangar", disse Frisk con il fiatone. "Se ci arrestano, capiranno chi ci ha mandati qui..."

All'improvviso, uno dei proiettili colpì il pannello sulla porta di fronte a loro. Il pannello scoppiò. Keo si lanciò verso la porta, senza però riuscire a smuoverla. Si guardò intorno in preda alla disperazione, poi finalmente vide qualcosa sul muro. "Il condotto dell'aria!"

Frisk afferrò la copertura del condotto, cercando di strapparla via con tutta la forza che aveva. Le cerniere arrugginite cigolavano mentre cercava di tirarla su. Keo si tuffò subito al suo interno ma si ritrovò a scivolare giù da un lungo canale buio, realizzando ben presto che quello non era il condotto dell'aria. Riuscì ad aggrapparsi ai lati giusto in tempo. "Ma cos..."

Alle sue spalle i blaster continuavano a sparare. Poi, all'improvviso, i suoni di una colluttazione. Una grossa creatura piena di squame colpì Keo, ed entrambi ruzzolarono nell'oscurità più totale, finché all'improvviso...

Bang!

"Aaah!"

"Ahia!"

"Ahi, che male! Non è bello rischiare di... fratturarsi il coccige. Ma dove diavolo siamo?!"

"Non lo so, non vedo nulla..."

*clank clank*

"... ma il ponte mi sembra strano. È come se... Ehi, c'è qualcosa qui. Una specie di linea. La senti? Attraversa il pavimento da un lato all'altro.

"Sì. Sì, sento l..."

All'improvviso il "ponte" si aprì e i due caddero circa due metri più in basso dentro a un cumulo di cilindri metallici, sparpagliandoli tutti a terra.

Keo si tirò su in un sussulto. "... Okay. Chiaramente quello non era un condotto dell'aria. Probabilmente si trattava di un condotto di carico per le bombole di gas clouzon."

Il ponte tremò sotto i suoi piedi. Keo riconobbe quelle vibrazioni: motori vecchi e stanchi che non vedevano una manutenzione da anni.

"Grandioso." Frisk si piegò verso Keo, tenendosi la testa tra le mani, e scagliò via un cilindro. "Sai cos'è questa roba? Siamo su una di quelle stupide navi droide che vanno da una stazione all'altra."

Keo si girò verso la stiva. Bombole di gas abbandonate rotolavano sul ponte.

"Questa potrebbe essere la nostra via d'uscita", pensò. "Se la riprogrammassimo, forse potremmo usarla per tornare all'hangar?"

"E poi...?" Frisk si alzò in piedi facendo scrocchiare il collo. "Relkin terrà d'occhio ogni singola nave come un exogorth affamato. Come faremo a raggiungere la luna e a raccogliere il droide astromeccanico senza che ci noti?"

"Ci inventeremo qualcosa." Keo provò a sorridere. "Dai. È sempre meglio che farsi sparare."

"Non ci giurerei." Frisk si diede una spolverata e avanzò a passo pesante verso il pannello dei controlli del droide, facendo leva per sollevare la copertura. "Almeno saprei cosa aspettarmi."

Dopo aver messo mano ai fili, continuò: "Credi che l'intercettore TIE che abbiamo visto all'inizio fosse il caccia di Relkin?"

Keo ci pensò un attimo. "Se fossi un Imperiale con la passione per la corsa, quella nave la piloterei volentieri."

Volarono scintille. Frisk scosse la mano. "Se avessimo incenerito quei TIE, gli Imperiali si sarebbero accorti dell'assenza di Relkin solo dopo il nostro ritorno a casa, mentre eravamo già intenti a rilassarci con una bella tazza di caffè.

"Non era quello il piano."

"Sì, lo so." Frisk tirò via uno dei cavi bruscamente. "La Nuova Repubblica vuole solo che eseguiamo gli ordini. Sissignore, nossignore, tiri a lucido la carrozzeria, signore."

Keo si accovacciò accanto a lui. "Frisk, che c'è che non va?"

"Lascia perdere. Sono solo un brontolone."

"No", disse Keo. "Non è vero."

Frisk abbassò le spalle. "Io sono un ribelle, Keo. Lo sono sempre stato. Mi sono sempre sentito fuori posto a casa mia, quindi un bel giorno ho preso il volo e sono andato per la mia strada. L'Alleanza Ribelle mi ha permesso di attaccare i bulli più spietati della galassia... a modo mio."

Sospirò. "Ora siamo la Nuova Repubblica. Quindi dobbiamo seguire le regole. Ma questo non sono io." Frisk strappò via un fusibile dal pannello dei controlli e lo fissò. "Sai qual è il mio posto in un governo legittimo? La nave prigione. O magari i lavori socialmente utili. Una delle due cose."

"Lo credi davvero?" domandò Keo.

"Perché, tu no?"

"La Nuova Repubblica la stiamo costruendo qui e ora", disse Keo. "Perché i principi per cui lottiamo sono le sue fondamenta. Che si tratti di speranza, pace o... anche solo libertà di essere se stessi. L'Impero sceglie chi è giusto e chi è sbagliato, tagliando fuori chiunque non rientri nei suoi canoni. Ma la Nuova Repubblica accoglierà tutti a braccia aperte... se lo vogliamo."

"Mmh."

"Frisk, perché Ardo ha scelto te per questa missione? Per quello che hai fatto. Keo gli diede una pacca sulla spalla. "Nei tempi più bui, la luce è la cosa più preziosa. E non importa da dove venga.

Frisk sospirò, poi fece un sorriso. "Com'è possibile? Hai la metà dei miei anni e sei più intelligente di me."

Keo sorrise. Frisk prese il fusibile, lo spostò e poi disse: "Ma a meno che tu non riesca a convincere questo ammasso di ferraglia ad attivare l'occultamento, pescare quel droide astromeccanico e poi saltare nell'iperspazio, dobbiamo ancora occuparci di Relkin."

Keo si alzò in piedi e iniziò a camminare avanti e indietro, con fare pensoso. Poi all'improvviso schioccò le dita. "Cos'è che dici sempre sul sabacc? Se vuoi vincere..."

"confondi l'avversario." Frisk sogghignò. "Relkin non sospetterà di nulla se lo invitiamo a venire con noi su quella luna..."

"Oh...?"

"Hai detto che sapresti come raggiungere la posizione del droide. Ma saresti in grado di farlo a tutta velocità?"

Anche Keo sogghignò. "Mettimi alla prova."

La nave tremò ancora una volta, cambiando rotta verso la stazione. Un'altra bombola rotolò sul pavimento, colpendo il piede di Frisk mentre tirava fuori il comlink. "D'accordo. La prima parte dovresti farla tu. E poi vediamo se tutti quei crediti che abbiamo dato alla responsabile del porto ci aiuteranno..."

#

"Non scherzo", disse la responsabile Nerlisha in modo burbero. "Quegli assaltatori non possono far saltare un corridoio d'accesso solo perché gli va."

Il Tenente Relkin si appoggiò allo schienale della poltrona. La sua scrivania, che si trovava in una sala di rifornimenti di cui si era appropriato per farne il suo ufficio, era ordinatissima. Il suo casco, tirato a lucido, era riposto in un angolo. "Se avessi protetto la gentaglia su questa stazione, ora non avremmo bisogno di difenderci."

Nerlisha gli lanciò un'occhiataccia. "Il tuo caro Impero non è più quello di una volta, Relkin. Non prendo più ordini da te. Se mi costi degli altri clienti..."

Il comlink di Relkin suonò. La guardò, sorridendole freddamente. "La guerra non è finita. Gli affari dell'Impero non possono attendere. Quindi, se non ti dispiace..."

Nerlisha se ne andò in preda alla collera.

"Insulsa aliena", borbottò Relkin. Poi afferrò il comlink. "Sì?"

"Tenente Relkin?"

"Chi parla?"

"Ricordi chi ha vinto il Socorro Sunset?"

Relkin iniziò a innervosirsi. "Beh. Diciamo che è stata una fuga un tantino teatrale. Un po' meno ora che ho sequestrato i vostri caccia."

"Un vero peccato. Vorrei farti una proposta."

"E sentiamo... Cosa avresti tu da propormi?"

"Una rivincita."

Relkin raddrizzò la schiena.

"Se vinciamo noi, tu ci lasci andare. Se invece perdiamo, puoi tenerti il mio Ala-A... e io e te sapremo chi è il migliore. E per correttezza dovrai affrontare tutti e due.

"Un Ala-Y?" Relkin rise. "Sei folle."

"No, sono solo migliore di te come pilota." "Mi serve un veicolo che mi dia qualche svantaggio."

Il sorriso sul volto di Relkin svanì. Teneva la mano sul casco. Era un casco rimesso a nuovo, di quelli che si comprano nei negozi. Non se l'era guadagnato combattendo. E la possibilità di guadagnarselo gli era stata portata via per sempre, grazie a Keo. Eppure...

"Accetterò... a patto che mi consentiate di disattivare le vostre iperguide." Relkin alzò le spalle. "Tu e il tuo amico lucertola non stavate mica pensando di darvi alla fuga subito dopo aver lasciato l'hangar...?"

Dopo un attimo di esitazione, Keo rispose: "Così mi perderei la possibilità di batterti un'altra volta. E va bene. Fai pure, se credi che ti aiuterà a vincere."

"Perfetto."

"La luna ghiacciata di Laanen. Attraverso i canyon. Se il tuo intercettore e i tuoi nervi sono all'altezza della sfida, ci vediamo nell'hangar."

"Non mancherò", disse Relkin sottovoce prima di chiudere la chiamata. "Ci puoi scommettere."

La vendetta è dolce, ma la sua attesa lo è ancora di più.

* * *

La superficie blu e bianca di Laanen luccicava come acciaio, illuminata dalla sua stella lontana. Bizzarre formazioni di ghiaccio erano disseminate attorno agli squarci nel terreno da cui fuoriuscivano dei gas, stagliandosi minacciosamente come enormi denti deformi. Uno schianto su quei ghiacci, a gran velocità, avrebbe ridotto in brandelli qualsiasi caccia stellare, con o senza scudi.

Keo respirava lentamente mentre controllava il casco, i guanti e le cinture, cercando di ritrovare la calma. Non volare con la testa, vola col cuore. Assapora il successo che ti aspetta. Punta a quello e a nient'altro.

I tre caccia raggiunsero il punto di partenza. L'Ala-Y di Frisk era indietro. Il cupo intercettore TIE proiettava la sua ombra affilata nell'aria.

Le comunicazioni di Keo sembravano disturbate su uno dei canali privati. "Sai che proverà a fare qualcosa."

"Certo che lo so." Keo regolò la resistenza dell'accelerazione. "Ma io posso farcela."

"Bene. È un po' strano non avere l'iperguida."

"Puoi davvero riattivarle entrambe?"

"Certo, avrò manomesso migliaia di iperguide. Speriamo che anche questa me lo consenta. Ma tu concentrati sul droide. Al resto ci penso io."

Di fronte a loro, un enorme arco di ghiaccio dai contorni irregolari incombeva sulle profondità di un immenso canyon, con una distesa blu scuro sul fondo. I tre caccia rallentarono mentre si avvicinavano.

"Queste sono le condizioni, come d'accordo." Non appena sentì la voce di quell'Imperiale in uno dei canali di comunicazione, Keo aggrottò le sopracciglia. Il Tenente Relkin continuò: "Tre giri attorno al canyon. Se siete entrambi davanti a me al termine del terzo giro, allora la vittoria sarà vostra. Altrimenti..."

"Sì, capito", rispose bruscamente Frisk. "Gli Imperiali amano il suono della propria voce..."

"Iniziamo il conto alla rovescia sincronizzato, allora. Buona fortuna... fenomeno."

Keo iniziò il conto alla rovescia. "Non ho bisogno di fortuna."

I secondi scendevano rapidamente. Due... uno...

Keo partì non appena il conto alla rovescia raggiunse lo zero. L'Ala-A sfrecciò in avanti aprendo uno squarcio nel silenzio, scendendo a gran velocità nel canyon. Le pareti a strapiombo si intrecciavano con i ponti di ghiaccio. Keo sfiorò uno dei ponti con il suo caccia stellare, per poi lanciarsi giù in una piccola fessura e sfrecciare attraverso un passaggio ristretto riprendendo velocità. L'Ala-A era molto rapido, non c'era dubbio, ma l'intercettore TIE non sembrava da meno. L'Ala-Y di Frisk, invece, era molto indietro.

Il radar iniziò a emettere il suono dell'allarme di prossimità, ricordando a Keo che in ballo c'era molto più del suo orgoglio. Il droide astromeccanico...

Dal tettuccio dell'Ala-A iniziavano a cadere pezzi di ghiaccio, il che indicava che alcune delle formazioni stavano iniziando a frantumarsi. Keo li evitò muovendosi a zig-zag tra i frammenti più grossi, man mano che precipitavano nel canyon. Solo qualche secondo più tardi, il ghiaccio venne colpito da una raffica di colpi laser verdi. L'intercettore TIE di Relkin emerse dalla nebbia.

"Ehi!" La voce di Frisk disturbò la concentrazione di Keo.

"Sto solo liberando il passaggio", rispose Relkin.

Keo guardò di nuovo il radar. Era vicino.

Girarono attorno a una curva, ritrovandosi davanti a un paesaggio meraviglioso. I lati del canyon erano ricoperti di lastre di ghiaccio che sembravano cascate gelate. Keo vi passò attraverso con il suo Ala-A, prestando massima attenzione.

Il radar iniziò a emettere altri segnali con insistenza. Poi una luce bianca e rossa, quasi invisibile dietro la cascata di ghiaccio più imponente.

Keo accelerò e portò l'Ala-A in posizione verticale, scoprendone il lato inferiore ma allo stesso tempo impedendo a Relkin di vedere il droide. Le cinture scavavano nelle sue spalle, mentre con il caccia scivolava dietro alla cascata di ghiaccio con incredibile precisione, e...

Keo sentì un suono strisciante metallico, ma niente di più. Segnale rosso: tentativo fallito.

"L'hai preso?" Frisk chiese disperatamente sul loro canale privato.

"Il rampino non è riuscito ad agganciarsi." Keo accelerò per uscire da sotto la cascata. Relkin stava per passare in vantaggio. "Lo scafo ha accumulato troppo ghiaccio!"

Allora volò ai lati del canyon, superando Relkin di pochissimo e completando il primo giro.

Relkin inveì. "Il primo è andato. Ma nel prossimo ti farò respirare tutto il gas scarico dei miei motori!"

Ottima idea...

Keo stabilizzò il suo Ala-A e, misurando correttamente le distanze, lo portò vicino allo scarico dei motori dell'intercettore TIE.

Il cambio di densità dell'aria scosse l'abitacolo. Si attivarono le luci di emergenza. Ma Keo alzò lo sguardo e vide gocce d'acqua miste a ghiaccio non ancora sciolto schizzare via dal tettuccio.

#

Dal suo abitacolo, Relkin avvertì un lieve sbalzo. Keo stava interferendo con l'aerodinamica intorno al suo intercettore. Un ottimo trucchetto.

Fece una smorfia.

#

Keo continuava a guardare su. "Forza..."

Il ghiaccio si stava staccando pezzo dopo pezzo, ma non alla velocità sperata. La luna era troppo fredda. Stringendo i denti, Keo continuò a restare vicino alla scarica di calore emanata dall'intercettore, mentre Relkin completava il secondo giro in testa ridacchiando.

Ultimo giro.

I due caccia stellari sfrecciavano nel canyon, diretti alle cascate di ghiaccio. Non appena furono abbastanza vicini, finalmente anche l'ultima lastra di ghiaccio precipitò. Keo si stava preparando a staccarsi, quando all'improvviso una raffica di missili sparati dall'intercettore TIE iniziò a esplodere a mezz'aria.

L'onda d'urto mandò l'Ala-A di Keo fuori controllo. Keo riuscì a fermarsi giusto qualche secondo prima di schiantarsi nel canyon. "Missile a concussione!"

"Sto solo rimuovendo i detriti dietro di me", disse Relkin.

Nelle cascate di ghiaccio iniziavano ad aprirsi delle crepe, mentre l'onda d'urto si dissipava pian piano. Una crollò al passaggio dei caccia stellari.

I riflessi di Keo fecero il resto. Attivò il turbo, dirigendosi verso il drone astromeccanico senza esitazione. Il ghiaccio continuava a sgretolarsi: sarebbe crollato qualche secondo dopo, sprofondando negli abissi e portando con sé tutte le informazioni.

Keo chiuse gli occhi.

Ka-chunk!

L'Ala-A tremò: qualcosa aveva agganciato lo scafo, bloccandosi in posizione. Keo aprì gli occhi, sentendo degli sbalzi. "Ce l'ho fatta."

Ma un enorme frammento di ghiaccio colpì il lato destro dell'Ala-A, facendolo precipitare nelle profondità del canyon.

#

Relkin diede un'occhiata ai sensori sogghignando. Aveva vinto lui.

E poi c'era anche quello stupido Ala-Y, che ancora non aveva neanche finito il primo giro.

"Ti ho doppiato", disse ridendo mentre gli sfrecciava a fianco con il suo intercettore. "Cosa credevi di fare quando hai deciso di partecipare alla corsa con quella stupida nave droide?"

"Immagino tu abbia ragione", rispose il Trandoshano. "Gli Ala-Y non sono fatti correre..."

In un colpo solo, i lanciamissili dell'Ala-Y spararono una dozzina di bombole gas nell'aria ghiacciata.

Relkin sgranò gli occhi.

I sogni a occhi aperti e la pratica di tiro non possono sostituire le lezioni del combattimento vero e proprio. L'intercettore viaggiava a velocità troppo sostenuta per schivare il colpo. Con un lato colpì la prima bombola distruggendola, innescando così una reazione a catena. Un attimo dopo, un'enorme esplosione verde elettrico spedì il TIE di Relkin dritto nell'abisso.

#

Frisk lo osservò. "Però gli Ala-Y se la cavano proprio bene nei bombardamenti."

A quel punto si collegò al canale privato. "Keo?"

Nessun segnale.

"... Keo, vieni!" In basso si intravedeva una luce. Non era un'esplosione, era la luce dei propulsori. Un Ala-A piuttosto malconcio emerse dal canyon, faticando a riprendere quota. Aveva uno strascico di cristalli di ghiaccio e un droide astromeccanico ben saldo dietro il tettuccio.

"Ci sono. Più o meno." "E Relkin è...?"

"È vivo, ma sarà piuttosto arrabbiato quando riemergerà", disse Frisk. "Troviamo un luogo sicuro per riattivare queste iperguide e andiamocene."

I due caccia decollarono verso le stelle.

"Per fortuna quelle bombole non erano difettose. E poi la responsabile del porto voleva davvero dare una lezione agli Imperiali."

"Sì. Quella gara l'avrei vinta io, però."

"Oh, ma certo."

"È importante essere consapevoli delle proprie capacità."

"Beh, grazie alle mie ritorneremo alla Vanguard. Ora come ora, starmene con le mani in mano nella flotta non mi sembra più così male..."

* * *

"Ma che fine avevate fatto voi due?" Ardo Barodai voleva sapere. "Perché ci avete messo così tanto a prelevare un droide?"

Nella fredda luce dell'ologramma nella sala briefing della Temperance, sporchi di olio di motore e in compagnia di un droide astromeccanico bianco e rosso, Frisk e Keo si guardarono per un istante." "Ci sono stati degli... imprevisti", rispose Keo.

Ardo incrociò le braccia. "Beh, non abbiamo rilevato attività dall'intelligence imperiale. L'unità di logistica, invece, è decisamente in fermento. Un sorriso faceva capolino sulla sua bocca enorme. "Per qualche motivo stanno confiscando tutte le bombole di gas clouzon della Triade di Navlaas..."

Frisk alzò le spalle. "Immagino che contare le scorte li terrà impegnati."

Ardo diede loro una lunga occhiata, poi annuì. "D'accordo. Siete stati bravi. Avrete un permesso di tre giorni."

"Evviva!" Keo diede un colpetto sulla spalla a Frisk. "Forza. Mi devi un drink."

"Cosa? Dopo quel salvataggio siamo pari."

"Neanche per sogno. Anche se è stato un bel bombardamento."

"Eh eh. Quello non lo trovi nei manuali della Nuova Repubblica."

Keo rise. "Non ancora..."

Ardo li lasciò andare, poi si piegò verso il droide astromeccanico e rimosse una scheda dati. Inserì la scheda nel tavolo olografico e indietreggiò mentre davanti ai suoi occhi si apriva una mappa galattica gigantesca. Sui luoghi chiave comparvero dei punti, ciascuno dei quali contraddistinto dal simbolo di uno Star Destroyer imperiale.

Ardo annuì. "Beh. Sembra proprio che il Progetto Starhawk sia pronto a partire..."

FINE

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